Si tratta certamente della “doppia” definizione contenuta in Kaṭhopaniṣad VI, 11 (III a. C.)
तां योगमिति मन्यन्ते स्थिरामिन्द्रियधारणाम् ।
अप्रमत्तस्तदा भवति योगो हि प्रभवाप्ययौ ॥
tāṁ yogam iti manyante sthirām indriyadhāraṇām
apramattas tadā bhavati yogo hi prabhavāpyayau
[Coloro che sanno] considerano lo yoga [quale] stabile dominio dei sensi [e per mezzo di esso uno] diventa vigile [circa la propria reale natura]: yoga è invero nascita [della conoscenza liberante] e cessazione [dell’ignoranza vincolante al dolore e alla rinascita].
Traduzione personale da Kaṭhopaniṣad VI, 11.