In un passo dell’Atharvaveda (XI, 5, 14) si dichiara che il maestro è la morte (गुरुर् मृत्युः > gurur mṛtyuḥ). Perché? In quanto padre spirituale del discepolo il maestro rappresenta in primis la “tomba” della vita ordinaria e solo successivamente il “grembo” di una nuova rinascita in cui è eradicato ogni seme di ignoranza in una prospettiva di totale liberazione dalla paura e dal dolore.
Sul tema della morte quale maestro, raccomando a tutti la lettura della Kaṭha Upaniṣad nel quale il giovane Naciketas apprende la natura del Sé eterno e dei mezzi per addivenire a esso proprio grazie all’incontro con il maestro Yama, personificazione della Morte.